Un distretto esclusivo della Fenicia dedicato all'attività navale. Sostituisce il Porto, ma è più economico da costruire. Dev'essere costruito in una casella di costa o di lago adiacente alla terraferma.

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La parola greca kothon significa "recipiente per bere" e descrive bene la forma circolare dei porti artificiali costruiti dai fenici. Alcuni kothoi sopravvivono ancora oggi in Sicilia, Tunisia e Cipro. L'esempio più famoso è probabilmente quello di Cartagine.

Un kothon era formato da due sezioni: un lungo porto esterno rettangolare per il traffico mercantile, uno circolare più interno per le navi da guerra. Certamente le banchine del porto esterno erano sempre affollate: si dice che il kothon di Cartagine potesse gestire centinaia di navi allo stesso tempo. Per sicurezza, ogni notte l'entrata del porto veniva bloccata con una catena.

Il porto interno, quello militare, era una struttura protetta e sicura dedicata alla costruzione, alla riparazione e all'equipaggiamento dei vascelli da guerra fenici. Nel centro aveva un'isola artificiale, sede dell'ammiraglio in comando. L'anello esterno del porto militare conteneva degli scivoli di carenaggio oltre a magazzini per gli approvvigionamenti delle navi e i materiali da costruzione. L'antico scrittore Appiano scrive che nel porto militare di Cartagine "ogni stazione di navi tenea dinanzi due colonne di ionica forma, talché l'aspetto dell'isola e del porto invitava, quasi un portico, lo sguardo in giro".

Il kothon fu una delle cause principali del predominio fenicio sul Mediterraneo. Costruire e mantenere in buono stato le navi era un'operazione costosa, e la creazione di strutture specializzate così sofisticate è una testimonianza dello sforzo profuso dai fenici per dominare i mari.